lunedì 23 settembre 2013

Sproloqui e Vaneggiamenti

Pensieri sconnessi che si connettono e interagiscono dando vita a connessioni cerebrali così potenti da creare piaghe interne che neanche una maxi dose di Connettivina potrebbe sedare. E tutta questa serie di fuochi laceranti, che si creano connettendo pensieri e sensazioni che connettono cuore e cervello, saldano alla buona i neuroni, ma quelli sbagliati e questi cozzano. E salta la connessione. E si va in crash. In pratica tutto diventa nero e anche se hai la possibilità di ripristinare, vai a capire quale cazzo è il programma o evento che ha provocato il danno. E se lo trovi, vai a capire come risolverlo perché, come dice qualcuno di mia conoscenza: "focalizzare il problema non vuol dire risolverlo" (frase da leggere con la voce di De André mischiata a una quasi impercettibile tonalità di Homer Simpson). Improbabilmente reversibile, sto danno, ti fa campare con la reversibilità della sessione crashata, la quale, la maggior parte delle volte è ridotta a brandelli ungarettiani (?) e questo, di sicuro non è un buon punto di partenza per la claudicante nuova sessione, perché si sa "tutto si crea e nulla si distrugge". Oh, ma va eh! Mica che è bloccata, no! Mica che non va. Solo che a Bolt spaccagli una rotula e poi vediamo se non gli rode il culo. Un po' come le ruspe: quando sei bambino è tutto un: "guarda mamma, guarda, una ruspa! Guarda com'è forte, tira su tutto, sposta di qua, sposta di là, costruisce, sbuffa, ruggisce, E' INVINCIBILE!" Poi cresci e le ruspe diventano una rottura di scatole quando te le trovi davanti in strada e se le guardi a lavoro diventa tutto un: "guarda come sbuffa (di fatica stavolta), oddio sembra un po' instabile, mamma mia poveraccia, il tizio lì a guidarla e lei che deve caricarsi tutta sta terra con quel braccino tremolante dentoso". Boh?! Saranno i punti di vista o le prospettive, sarà che le decisioni più importanti le devi prendere quando sei troppo ubriaco di giovinezza e poi  ripijate da sta pezza (adesso voce e atteggiamento da Monnezza) o sarà che va così e sticazzi, che t'aspettavi?

Vorrei quindi:

  • Umiliare Cenerentola che si faceva sodomizzare cerebralmente dalle sue affittuarie DENTRO CASA     SUA.
  • Fanculizzare Biancaneve che ha permesso all'idea che le donne debbano essere ottime cuoche e massaie, nonché amanti sempre perfettamente depilate, vestite e truccate. 
  • Prendere a pizze Ariel che se si teneva la coda era meglio, ché a me Eric me pare più coglione di Liam di Beautiful.
  • Chiedere a Jasmine se quei capelli sono proprio tutti suoi o se ci ha un toupè.
  • Ringraziare Mulan (anche da parte di mia sorella minore).
  • Chiedere a Filippo se Aurora ci aveva l'alito fresco dopo tutto quel tempo nel mondo dei sogni (se sì, farsi spiegare da lei come, onde evitare di dover parlare il balenese la mattina a meno che non si voglia uccidere il/la/i compagno/a/i di dormita).
  • Farsi precisare il padre di Bizet da Duchessa ché Minou somiglia a lei e Matisse a Romeo e a me sta cosa che quel poveretto non somiglia a nessuno e potrebbe avere problemi di autostima m'ha sempre un po' intristito.

Credo di aver concluso.

lunedì 28 gennaio 2013

Ti trovi qui.

Insomma, a parte le varie depressioni, il lavoro che non si trova, i capelli che sembrano quelli di Astro Boy, cinque fottutissimi chili ripresi da questa estate, neuroni in sciopero, intelligenza latente e Amanda che si sta conformando al mio essere senza oscurarlo come ha fatto qualche anno fa, direi che tutto procede linearmente. Staticamente. Ora devo solo trovare il coraggio di rimettere le mani sulla mia vita, ci sono riuscita in maniere estemporanea, ho fatto le prove generali e ora devo riportare tutto in bella copia, o nella vita vera, fate un po voi. Devo far capire al cervello che non si può vivere come nelle canzoni che tanto mi fanno viaggiare, un po come dicevano gli Oasis "Please don't put your life in the hand of a Rock and Roll band" (cosa che io ovviamente ho fatto e continuo a fare). Il fatto è che si deve crescere, si deve andare avanti, insomma arrivati a una certa età una si ritrova circondata da amici sposati, conviventi, alcuni genitori, certi altri hanno addirittura provato e trovato l'utopia del lavoro che sognavi. Poi c'è la categoria di quelli che "espatrio e ve lo metto in quel posto a tutti perché sono piuffigo" e mi tocca anche ammettere che avevano ragione! Insieme abbiamo intrapreso la strada del "dai, cambiamo il mondo, siamo ciòvani", poi al bivio tra le strade "cosi si deve fare" e "stocazzo io sono anarchica, giovane e intelligente" hanno preso la prima e io la seconda e col sorrisetto li guardavo dall'alto delle mie rock band, dei miei libri, i miei concerti, le mie filosofie, i miei blog, i miei esami sporadici e lo snobbismo di chi pensa di tenere il mondo per il collo. Poi loro si sono laureati, hanno trovato lavoro, hanno soldi, soddisfazioni e casa dove rientrare e tenere l'alcol per le grandi occasioni, un letto da condividere, l'anarchia di lasciare le tazze della colazione nel lavandino e quella di possedere una libreria al posto del frigorifero. Io vivo coi miei, non ho un lavoro perché non ho ancora una laurea, ho 29 anni e una camera da adolescente gotico-hippy, posseggo molti libri (anarchicamente) stipati in una libreria con enciclopedia non aggiornata, devo (ahimé giustamente) rendere conto dei miei spostamenti durante la giornata, rendere conto al mio portafogli se voglio fare qualsiasi cosa e soprattutto sono diventata PIGRA! Ma tutto questo deve cambiare miei cari. Si può essere intelligenti anche da adulti, giusto? Si può ascoltare buona musica, leggere buoni libri, affrontare la vita con snobbismo e intelligenza, non posso dire la stessa cosa dell'alcol perché gente, posso assicurarvi che lo si regge diversamente. Credo si possa ancora sognare e filosofeggiare, ho addirittura riscontrato di saper fare ancora dei discorsi degni della me passata e ti puoi permettere di dire a un ventenne "corri corri che tanto non si va da nessuna parte".

In breve si deve entrare nell'ottica della speranza nel futuro. Si accettano suggerimenti.