"Considerazioni interiori"
"Ascoltando la voce di Carla Bruni e lasciandomi accompagnare
dal suo rilassante suono, ho iniziato a pensare.. Becquer diceva che la poesia
è come un’arpa che un padrone distratto ha lasciato in un angolo a impolverarsi
e solo se qualcuno va li a suonarla può uscire allo scoperto. Ecco, prendo in
prestito questa sua affermazione ma ne cambio il soggetto trasformandolo in
“considerazioni interiori”; quelle che faccio io, che mi si accampano dentro
rimanendo conficcate in un punto indefinito tra il cervello e lo stomaco, che
non è il cuore (inteso come inconscio), ma probabilmente la gola o più
precisamente le corde vocali. Rimangono li non potendo uscire perche non
trovano il mezzo giusto. Anzi, non
riescono a tradursi in parole, credo non facciano in tempo, appaiono e sfuggono
con una velocità quasi spaventosa, e mi resta la stessa sensazione che lasciano
i bei sogni, sai che ci sono stati, che ti sono piaciuti, ma li ricordi a
grandi linee, vagamente e se dovessi
raccontarli ti renderesti conto che non riusciresti a far provare a nessun
altro le stesse sensazioni che tu hai
provato perché le parole le hanno sminuite…
e immagino tutti quei bei discorsi come le corde dell’arpa, silenziose e
caute, con una potenziale forza di incantare, rallegrare, stupire e
rattristare, incastrate, impolverate nell’angolo remoto ad attendere qualcuno o
qualcosa che le faccia vibrare. Basterebbe solo trovare il modo adatto.
MissAmanda."
MissAmanda."
Una volta, ma neanche troppo tempo fa, esisteva un alterego
fichissimo, era una che aveva idee da gridare al mondo, che leggeva comme vache qui pisse (cit.) che
scriveva, anzi, che vomitava parole e sensazioni e che non si faceva intimidire
dalla barretta pulsante di word e che vedeva l’ispirazione in ogni cosa, che
amava la letteratura e soprattutto che non aveva il terrore di INFOSTUD (e solo
gli studenti possono capire di cosa parlo!)che partiva per viaggi meravigliosi
e che aveva sempre la digitale in borsa perché “non si sa mai vedo qualcosa di
figo e non posso immortalarlo”. Amanda aveva sempre un libro in borsa, e ne
comprava altri per piacere o per il terrore che
Gino, il suo cervello, potesse chiudersi nei momenti meno opportuni come
un paracadute. Amanda, senza rendersene
conto, ci metteva un attimo a tradurre le sue sensazioni in bit e se non aveva
un pc a portata di mano, le annotava ovunque, sui libri che leggeva, con la
penna, o sui tovaglioli dell’autogrill o sulle mani andando in giro come una
matta cercando qualcosa o qualcuno cui riferirli, cui raccontare cosa avesse
visto o cosa provava o perché. Amanda però aveva un grande difetto. Non usciva
mai allo scoperto o se lo faceva era solo per le cose belle. Aveva dei limiti. Anzi
no. Non se li poneva e a volte faceva cose di cui anche Silvia, che l’aveva
creata, si vergognava. Aveva toccato il fondo a un certo punto e tutto ciò che
di bello stava creando, si è trasformato in trasgressione e tristezza. Da qui
ne sussegui lo schifo più schifoso che una persona possa fare. Da bellissimo personaggio
ispirato che era, diventò oscurità e menzogna e aimè prese il sopravvento su
Silvia e sulle cose belle di lei e sue. Si trasformò in trasgressione e ciò
piaceva anche alla sua creatrice perché “tanto è Amanda, non sono mica io!”
Ovviamente non era cosi. Ovviamente Silvia cominciò a vergognarsene e ad avere
paura di lei e quindi decise di rinchiuderla nell’hard disc esterno. Aspettando
che qualcuno la risvegliasse dopo averla guarita dall’oblio.
Qui entro in scena io. Piove e non c’è energia elettrica.
Silvia mi ha incaricato di rispolverare quelle parole, di provare a suonare
quell’arpa che Amanda immaginava leggendo Bequer.Insomma arrivo e le dico che
bla bla bla, ogni persona sbaglia, è nella natura umana, ma anche che secondo
lei non è giusto abbandonare tanta bellezza solo perche puntinata da macchiette
insignificanti. E poi Silvia-Amanda= SCIBY. Che poi detto cosi sembra che
Silvia sia una donna affetta da schizofrenia latente. Probabilmente sì, ma è
anche per questo che è amata.
Ognuno di noi ha un alterego, non è necessariamente una cosa
sbagliata. Silvia forse esagera, ne ha troppi, cozzano un po’ tra di loro ma
stica. Ci tiene a bada, cosi dice, o facciamo i buoni o ci manda tutti nell’hard
disc esterno (brutto posto, ci sono tutti i vampiri e i licantropi americani e
quel che è peggio canzoni e immagini dei Tokio Hotel risalenti al 2007 quando
sua sorella era una tredicenne). Tutto torna, il passato ti si presenta alla
porta e mica bussa sto cafone, te lo trovi davanti un giorno x che stai uscendo
di casa per andare a comprare scarpine. E
Silvia da brava personcina a modo lo saluta cortesemente, mica gli si da
soddisfazione oh, e impara da lui, lo smacchia e si rimette sui libri, tanto le
scarpine stanno sempre lì e lo stipendio, poi, arriva tra una decina di giorni.
Amanda fa parte del passato, è stata smacchiata e attingiamo il bello da lei
perche Io sono una sua creatura e Silvia ci ha create entrambe (assecondiamo i
pazzi su su!!).
Si può sempre ricominciare, si può voltare pagina, esiste il
correttore, la gomma da cancellare, omino bianco e chi più ne ha più ne metta.
Ma mai e poi mai si deve soffocare se stessi o qualsiasi altra persona viva
nella nostra testa.
Fanculo. Mai che un articolo mi venisse cosi lungo.
À bientôt.
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