mercoledì 11 aprile 2012

Che fine ha fatto Amanda?


"Considerazioni interiori"
"Ascoltando la voce di Carla Bruni e lasciandomi accompagnare dal suo rilassante suono, ho iniziato a pensare.. Becquer diceva che la poesia è come un’arpa che un padrone distratto ha lasciato in un angolo a impolverarsi e solo se qualcuno va li a suonarla può uscire allo scoperto. Ecco, prendo in prestito questa sua affermazione ma ne cambio il soggetto trasformandolo in “considerazioni interiori”; quelle che faccio io, che mi si accampano dentro rimanendo conficcate in un punto indefinito tra il cervello e lo stomaco, che non è il cuore (inteso come inconscio), ma probabilmente la gola o più precisamente le corde vocali. Rimangono li non potendo uscire perche non trovano il mezzo giusto.  Anzi, non riescono a tradursi in parole, credo non facciano in tempo, appaiono e sfuggono con una velocità quasi spaventosa, e mi resta la stessa sensazione che lasciano i bei sogni, sai che ci sono stati, che ti sono piaciuti, ma li ricordi a grandi linee, vagamente e se dovessi raccontarli ti renderesti conto che non riusciresti a far provare a nessun altro le stesse sensazioni che tu hai provato perché le parole le hanno sminuite…  e immagino tutti quei bei discorsi come le corde dell’arpa, silenziose e caute, con una potenziale forza di incantare, rallegrare, stupire e rattristare, incastrate, impolverate nell’angolo remoto ad attendere qualcuno o qualcosa che le faccia vibrare. Basterebbe solo trovare il modo adatto.
                                                                                       MissAmanda."

Una volta, ma neanche troppo tempo fa, esisteva un alterego fichissimo, era una che aveva idee da gridare al mondo, che leggeva comme vache qui pisse (cit.) che scriveva, anzi, che vomitava parole e sensazioni e che non si faceva intimidire dalla barretta pulsante di word e che vedeva l’ispirazione in ogni cosa, che amava la letteratura e soprattutto che non aveva il terrore di INFOSTUD (e solo gli studenti possono capire di cosa parlo!)che partiva per viaggi meravigliosi e che aveva sempre la digitale in borsa perché “non si sa mai vedo qualcosa di figo e non posso immortalarlo”. Amanda aveva sempre un libro in borsa, e ne comprava altri per piacere o per il terrore che  Gino, il suo cervello, potesse chiudersi nei momenti meno opportuni come un paracadute.  Amanda, senza rendersene conto, ci metteva un attimo a tradurre le sue sensazioni in bit e se non aveva un pc a portata di mano, le annotava ovunque, sui libri che leggeva, con la penna, o sui tovaglioli dell’autogrill o sulle mani andando in giro come una matta cercando qualcosa o qualcuno cui riferirli, cui raccontare cosa avesse visto o cosa provava o perché. Amanda però aveva un grande difetto. Non usciva mai allo scoperto o se lo faceva era solo per le cose belle. Aveva dei limiti. Anzi no. Non se li poneva e a volte faceva cose di cui anche Silvia, che l’aveva creata, si vergognava. Aveva toccato il fondo a un certo punto e tutto ciò che di bello stava creando, si è trasformato in trasgressione e tristezza. Da qui ne sussegui lo schifo più schifoso che una persona possa fare. Da bellissimo personaggio ispirato che era, diventò oscurità e menzogna e aimè prese il sopravvento su Silvia e sulle cose belle di lei e sue. Si trasformò in trasgressione e ciò piaceva anche alla sua creatrice perché “tanto è Amanda, non sono mica io!” Ovviamente non era cosi. Ovviamente Silvia cominciò a vergognarsene e ad avere paura di lei e quindi decise di rinchiuderla nell’hard disc esterno. Aspettando che qualcuno la risvegliasse dopo averla guarita dall’oblio.



Qui entro in scena io. Piove e non c’è energia elettrica. Silvia mi ha incaricato di rispolverare quelle parole, di provare a suonare quell’arpa che Amanda immaginava leggendo Bequer.Insomma arrivo e le dico che bla bla bla, ogni persona sbaglia, è nella natura umana, ma anche che secondo lei non è giusto abbandonare tanta bellezza solo perche puntinata da macchiette insignificanti. E poi Silvia-Amanda= SCIBY. Che poi detto cosi sembra che Silvia sia una donna affetta da schizofrenia latente. Probabilmente sì, ma è anche per questo che è amata.

Ognuno di noi ha un alterego, non è necessariamente una cosa sbagliata. Silvia forse esagera, ne ha troppi, cozzano un po’ tra di loro ma stica. Ci tiene a bada, cosi dice, o facciamo i buoni o ci manda tutti nell’hard disc esterno (brutto posto, ci sono tutti i vampiri e i licantropi americani e quel che è peggio canzoni e immagini dei Tokio Hotel risalenti al 2007 quando sua sorella era una tredicenne). Tutto torna, il passato ti si presenta alla porta e mica bussa sto cafone, te lo trovi davanti un giorno x che stai uscendo di casa per andare a comprare scarpine.  E Silvia da brava personcina a modo lo saluta cortesemente, mica gli si da soddisfazione oh, e impara da lui, lo smacchia e si rimette sui libri, tanto le scarpine stanno sempre lì e lo stipendio, poi, arriva tra una decina di giorni. Amanda fa parte del passato, è stata smacchiata e attingiamo il bello da lei perche Io sono una sua creatura e Silvia ci ha create entrambe (assecondiamo i pazzi su su!!).

Si può sempre ricominciare, si può voltare pagina, esiste il correttore, la gomma da cancellare, omino bianco e chi più ne ha più ne metta. Ma mai e poi mai si deve soffocare se stessi o qualsiasi altra persona viva nella nostra testa.



Fanculo. Mai che un articolo mi venisse cosi lungo.

À bientôt.

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