lunedì 10 settembre 2012

l'eleganza della tartaruga.

Ho una tartaruga. Avete presente quei carinissimi piccoli ovali verde bottiglia tutti arroccati su un pezzo di sughero in un acqua terrario nei negozi di animali? Ma si proprio quelle che ti vendono a dieci euro l'una e tu pensi "maccheccariiinaa ne voglio una" e poi ti ci vogliono altre cento euro per comprare: vaschetta, sasso per farla tuffare, mangime, vitamine, filtro per il ricircolo dell'acqua, palmetta in plastica perché è figa, sassolini per ravvivare l'ambiente e finto pesce per farle compagnia?? Ecco proprio quella. Io ne comprai due. Tarta e Ruga, un classico. Tarta era la mia, Ruga era quella del mio ex. Tarta è schiattata dopo neanche 3 mesi, le è preso il raffreddore, la mia tartaruga è morta di raffreddore tra le mie mani (immaginate tutta la depressione e le scene plateali che ne sono derivate, sensi di colpa, terrore del Karma, destino avverso, scenari premonitori...). Ruga è ancora viva. Dalla grossezza della coda si pensa sia maschio. Lo stronzo. Cresce a dismisura, mangia voracemente, tenta l'evasione, fa la cacca subito dopo che gli ho cambiato l'acqua e disdegna i gamberetti essiccati perché è talmente viziato che mangia mazzancolle e alici vere (colpa di mia madre). Del bel colorito verde non gli è rimasto più nulla, ora è marroncino verdastro palude della Luisiana, ha  una faccia da cazzo di quelle chettelodicoaffare e bivacca lanciando sguardi torvi a qualsiasi essere semovente: me, la mia famiglia, i miei cani, la zanzara di turno, il ragno nell'angolo.

Ho una tartaruga maschio e la odio. Non perché sia maschio ma perché vive. Mi rendo conto di imputare troppa importanza al suo modus operandi, è che purtroppo per lui è stato il primo essere che ho guardato in faccia quando ho sfanculizzato l'amore della mia vita, quando mi si è sfasciata la macchina, quando ho compiuto 29 anni e mi sono resa conto che i 20 non sarebbero mai più tornati, quando Rose non ha fatto salire Jack sulla porta, quando apro il frigorifero la mattina e non c'è il latte, quando il latte lo trovo e mi arriva una randellata dietro la nuca perché lo sportello sichiudedasé. In tutti questi casi io mi giro e lui mi sta guardando, coi suoi occhietti socchiusi e la zampa-pinna posteriore sinistra (o destra) messa in un perfetto arabesque. E lo odio. perché lo so che in in quei momenti lui gode della mia sofferenza, perché io so che il raffreddore a Tarta gliel'ha passato lui, perché io so che lui mi odia per averlo separato da tutti i suoi amici ovoidali verdissimi e coccolosi per il solo motivo di alleviare una voglia di maternità che non sarebbe durata molto, perché lui lo sapeva già che avrebbe vissuto in una patetica vaschetta di plexiglas coi sassetti fluorescenti, un pesce finto e la palmetta di plastica (il sasso lo ama, lo stronzo) lui sapeva già che io avrei riversato il mio odio nei confronti dell'umanità intera tutto su di lui. Lui sapeva tutto. Era un ovetto intelligente e menefreghista piuttosto che previdente e per questo l'ho amato sin dal primo momento.
 Lui era come me.

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